Aspettando la nuova edizione del Premio Progetto Scuola Digitale Liguria, conosciamo i vincitori passati.
Oggi facciamo quattro chiacchiere con Wanda Trunfio dell’IC Barabino.
- Vorrei chiederti di raccontare brevemente cosa ha significato per voi come scuola partecipare al Premio
Partecipare al Premio Progetto Scuola Liguria è stata per la nostra scuola un’occasione preziosa di crescita, confronto e di valorizzazione delle buone pratiche. Ci ha permesso di mettere in luce il nostro lavoro quotidiano per promuovere l’innovazione didattica, la cittadinanza digitale e l’inclusione.
L’I.C. Barabino ha già una storia significativa in questo percorso: abbiamo partecipato a diverse edizioni del vostro Premio vincendo come Istituto Innovatore l’edizione 2022 a tema CARE con una progettazione ampia e articolata che ha messo al centro la cura del pianeta declinata nell'ambito green, della persona e della cultura.
Nel 2024 abbiamo partecipato con il progetto sul tema privacy e cybersecurity “Il faro delle interazioni digitali - connessi e protetti fino al porto sicuro”, raggiungendo la finale. Il punto forte di questa esperienza è stato l’aspetto corale: abbiamo coinvolto studenti e docenti di diversi ordini di scuola, affrontando il tema in modo trasversale e creativo, per sviluppare competenze di cittadinanza digitale consapevole.
- Come vi siete preparati per presentare il progetto con cui poi avete vinto la scorsa edizione dedicata al tema prevalente Privacy e Cybersecurity?
Come nelle edizioni precedenti ci siamo preparati attraverso un lavoro di squadra che ha coinvolto più discipline e classi.
Abbiamo scelto un approccio laboratoriale basato su metodologie attive come il cooperative learning, la peer education e la progettazione condivisa. Gli studenti hanno realizzato video, podcast, infografiche e riflessioni guidate documentando le loro esperienze e quanto hanno appreso.
Nel mio ruolo di animatrice digitale ho promosso il coinvolgimento dei docenti più attivi nell’uso didattico delle tecnologie, supportandoli nelle varie fasi del progetto e ho adottato pratiche di active mentoring favorendo la collaborazione e il dialogo.
Quindi è necessario che all’interno di ogni istituto ci sia un “trascinatore”, qualcuno che possa coordinare tutte le azioni che vengono messe in atto per la partecipazione al premio.
Sono stata affiancata in questo percorso dalle colleghe Cristina Filanti e Marilisa Serra che hanno dato un contributo fondamentale, come esperte, anche all’interno dei percorsi PNRR - DM 65. Tutti i percorsi che progettiamo e realizziamo sono quindi costruiti in coerenza con il DIGCOMP 2.2 per sviluppare negli studenti competenze digitali trasversali.
Inoltre tutte queste esperienze confluiscono nella costruzione del curriculum digitale verticale di istituto, un documento condiviso che è in continua evoluzione e che garantisce continuità nei percorsi di educazione digitale dalla scuola dell'infanzia fino alla secondaria.
- Come avete sfruttato nel concreto il premio vinto a scuola?
Nel 2022 abbiamo ricevuto la licenza premium della piattaforma BricksLab nella versione dedicata agli istituti comprensivi.
È un'applicazione innovativa per la didattica digitale che presenta contenuti di vario genere: ci ha permesso di creare e organizzare percorsi didattici digitali in modo strutturato e interattivo sfruttando contenuti già pronti, e integrando con testi, video, quiz e materiali multimediali già presenti nella piattaforma. Poi la piattaforma BricksLab ci ha permesso da un lato di facilitare il lavoro collaborativo tra docenti, dall’altro di sviluppare la co-progettazione di attività interdisciplinari. E l’ultimo, ma non per importanza, vantaggio dell’utilizzo di BricksLab è la possibilità di offrire agli studenti esperienze di apprendimento personalizzate e fruibili in modalità asincrona, permettendoci di favorire l’inclusione e la partecipazione attiva.
- Che consiglio lasceresti ai colleghi che vorrebbero partecipare?
Consiglierei di partire da ciò che già accade quotidianamente in classe, valorizzando le pratiche didattiche consolidate e lasciando spazio a piccole ma significative sperimentazioni.
Non è necessario disporre di tecnologie sofisticate o di grandi risorse: ciò che conta davvero è la qualità dell’esperienza educativa e la capacità di restituirla attraverso un racconto autentico e riflessivo. Raccontare non significa semplicemente descrivere attività svolte, ma saper mettere in luce l’impatto concreto sulle competenze degli studenti, sul loro coinvolgimento e sul benessere digitale.
La partecipazione al Premio rappresenta un’opportunità preziosa non solo per mettere in luce buone pratiche, ma anche per promuovere una cultura educativa più consapevole, inclusiva e digitale, condividendo idee e storie che possono ispirare tutta la comunità scolastica.
- In conclusione, c'è qualcosa che forse non avevate considerato o avevate sottovalutato all’inizio e avete imparato durante gli anni?
Sicuramente l’aspetto fondamentale secondo me è quello di riuscire a coinvolgere i colleghi. Abbiamo anche imparato che non bisogna spaventarsi di fronte al fatto che magari ci possono essere delle difficoltà nonostante un’organizzazione meticolosa. È importante capire che dagli errori si possono ottenere buoni risultati, cambiando un po' il modo di fare le cose. Insegnare questo agli studenti è fondamentale, perché così la scuola non è solo un posto dove bisogna dimostrare di saper fare qualcosa, ma anche un luogo dove si può imparare sbagliando.
Un’altra cosa importantissima del documentare tutto nell’osservatorio è stato l’aiuto che ci ha dato nel scegliere bene gli strumenti e le risorse di cui avevamo bisogno per realizzare il progetto. Documentare lì ci ha permesso di fare un controllo preventivo su ciò che serviva, spuntando ogni punto. Così ci siamo anche ispirati, pensando a nuovi modi per documentare o diffondere il progetto, oppure abbiamo capito cosa ci mancava, così da recuperare quello che serviva per portare avanti il lavoro.